In una strategia di green marketing, il prodotto verde rappresenta la leva più importante e significativa per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, in quanto è la più determinante per il consumo materiale di risorse naturali. Secondo i dati del Boston Consulting Group l’idea generale di prodotto verde – nei paesi più industrializzati del mondo – si basa principalmente su due definizioni: quello riciclato e/o riciclabile e quello che ha un ciclo produttivo meno impattante.
La certificazione di un prodotto verde risulta agli occhi dei consumatori poco importante, nonostante sia prodotta da terzi (e quindi maggiormente imparziale) e siano necessari numerosi controlli per conseguirla, e malgrado la performance ambientale dei prodotti non sia evidente a prima vista per la maggior parte delle categorie merceologiche (p.e. biodegradabilità dei detersivi, consumo energetico degli elettrodomestici, tossicità delle vernici ecc.); risulterebbe pertanto fondamentale per il consumatore accedere alle garanzie e alle certificazioni di parti indipendenti.
Ecolabel, Ecocert, EMAS, ISO 14001, FSC sono solo alcune tra le più note certificazioni ambientali utilizzate in ambito industriale per identificare un prodotto verde, ma probabilmente sono ancora poco note al grande pubblico.
Il prodotto è la leva su cui lavorare per ottenere un risultato che sia maggiormente o interamente riciclato e/o riciclabile, che non inquini o consumi troppe risorse, che ottenga le suddette certificazioni energetiche, che renda disponibili al consumatore alcuni aggiornamenti tecnici e/o tecnologici che permettono al prodotto acquistato di non invecchiare o deperire prematuramente rendendo necessaria la sua sostituzione (con conseguente consumo di risorse). Queste caratteristiche sono fondamentali per superare la concorrenza nell’analisi del ciclo di vita del prodotto, il cosiddetto LCA (Life Cycle Analysis o Life Cycle Assessment, standardizzato dalle norme internazionali ISO 14040 e 14044), che considera l’intera vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime alla produzione, dalla distribuzione all’utilizzo, dal riciclo al completo smaltimento del prodotto verde. Esistono diversi indicatori di LCA che saranno presentati in altri articoli ma, per meglio comprendere l’importanza della lunghezza della vita di prodotto, dobbiamo prestare attenzione all’inganno dell’obsolescenza programmata dei prodotti industriali, nata nei primi del ‘900 in U.S.A. con il “modello Detroit”, una pratica che spingeva i consumatori a cambiare automobile ogni due anni.
«In capo a periodi sempre più brevi, macchine e attrezzature diventate protesi del nostro corpo […] si guastano per la rottura intenzionale di un elemento […] e così montagne di computer, in compagnia di televisori, frigoriferi, lavastoviglie […] finiscono nelle pattumiere e nelle discariche, creando ogni tipo di inquinamento: 150 milioni di computer, per esempio, vengono trasportati ogni anno verso le discariche del Terzo Mondo (500 navi al mese fanno rotta verso la Nigeria e il Ghana!)» Serge Latouche, Usa e getta, 2013.
Questo tipo di obsolescenza programmata è in relazione con l’ecologia sia per lo spreco di risorse che per lo straripamento delle pattumiere; con l’accelerazione della produzione e del consumo di beni di ogni genere si esauriscono più in fretta le risorse non rinnovabili, si aumenta senza necessità il consumo di energia, e non si permette alle fonti rinnovabili di completare in tempo il loro ciclo di rinnovamento.
1 thought on “Prodotto verde o Green product? Basta che sia sostenibile!”
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